Dopo le parole di Rutelli che lo scorso ottobre aveva anticipato la possibile svolta, siamo arrivati al capitolo finale. Il portale Italia.it è stato appena chiuso, dopo nemmeno un anno dal suo lancio. Impossibile visitare il sito, all’indirizzo www.italia.it non esiste più niente.
Qualcuno si sentirà sollevato per la chiusura di un progetto che aveva dimostrato fin dall’inizio enormi sprechi, ma sinceramente non mi sento di accogliere con entusiasmo la notizia. Un fallimento del genere non giova a nessuno, e chiudere come se non fosse mai esistito niente è una sconfitta.
Ovviamente non avrebbe avuto senso continuare ad investire in un portale simile, ma tutto ciò che era stato fatto poteva essere recuperato, trasformato ed affidato a qualcuno con un progetto chiaro e finalmente innovativo. Ci sono centinaia di web designer ricchi di talento, ma sottopagati in web agency senza futuro, che avrebbero colto al volo una possibilità del genere.
Mi rendo conto che tutto questo potrebbe essere utopico, soprattutto dopo il chiaro fallimento di altre iniziative come quella di Ritalia in cui anche io avevo sperato, ma gettare la spugna dopo aver speso milioni di euro è davvero deprimente.
Voi cosa ne pensate? A questo punto vorrei solo sapere quanti milioni di euro siano stati effettivamente spesi, dei 58 stanziati per l’intero progetto. Non conosco la risposta, ma saranno comunque troppi.
Aggiornamento – 21 Gennaio: leggo su Repubblica che fino ad oggi sono stati spesi quasi 7 milioni di euro. Niente male per un sito chiuso dopo un anno di vita.
Ma la cosa che mi fa più paura sono le parole lette su scandaloitaliano di Ciro Esposito, capo del dipartimento Innovazione e Tecnologie, che afferma:
Ora siamo pronti a ricominciare in maniera diversa.
Il che molto probabilmente significa buttare tutto nel cestino e ripartire da zero con enormi sprechi di denaro pubblico. Niente male.
“«Speravamo in un rilancio visto l’investimento cospicuo (5 milioni e 800 mila euro), abbiamo corretto gli errori denunciati lavorando gratis in questi ultimi mesi, e invece siamo a spasso senza nemmeno una comunicazione ufficiale» commenta il caporedattore Luca Palamara. ”
da qui:
http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=2&ID_articolo=636&ID_sezione=3&sezione=
Non sono 58 milioni ma comunque non sono pochi per un sito che è rimasto aperto un anno…
Bonzo
ma io dico! Perchè tanti dubbi?? Lo Stato DEVE andare da chi è responsabile di tale spreco e riprendersi i milioni di euro sprecati per una schifezza e darli a chi è del mestiere, non alle agenzie che ci marciano sopra le spalle di chi il lavoro lo fa veramente!!
Quanti soldi buttati per nulla,e noi paghiamo le tasse.
E’ molto triste percepire quanta ignoranza esiste da parte delle istituzioni verso il mondo del turismo italiano .
Pensare di costruire un enorme ” contenitore ” ( non ho detto di cosa ) con la presunzione di risollevare un settore che già da qualche anno perde colpi rispetto ad altri paesi .
Meglio chiuderlo che continuare a sperperare denaro .
Ciao Tom,
la vicenda che è appena accaduta, nella sua più totale tristezza, ci offre cmq degli spunti di dialogo molto interessanti, a mio avviso.
Ci da innanzi tutto la possibilità di fare, in prima istanza, un grande “mea culpa”, a tutti noi della blogosfera me compreso, per aver probabilmente sbagliato il tiro per molto molto tempo.
L’accanimento che abbiamo riservato più o meno direttamente a chi si occupava di sviluppare il portale “Italia.it”, additandoli della totale incapacità di sviluppare contenuti e grafica quantomeno compatibili con gli standard XHTML e CSS di W3C, con modalità più o meno concrete (c’è anche chi ha sviluppato in poco tempo un sito graficamente simile a Italia.it, ma allineato agli standard) e stato quanto meno fuori luogo. Dico questo perchè conosco l’ambiente della nostra Pubblica Amministrazione, e le condizioni in cui ti costringono a lavorare, alla fine della fiera forse gli unici che hanno fatto il loro lavoro in maniera corretta sono stati proprio coloro che hanno sviluppato il portale e per quanto la grafica potesse essere a detta di molti non all’altezza della situazione, sappiamo come spesso il processo di correzione di errori e allineamento agli standard sia una fase quasi terminale nella realizzazione di un progetto web.
Il problema come al solito è sorto a monte della catena, sulla cima della Piramide, dove gli sforzi che sono stati fatti erano rivolti come al solito ad intascare il malloppo (e si evince benissimo dalle dichiarazioni dell’Ing. Esposito e di Margherita Bozzano, piuttosto che ad offrire ai cittadini un servizio efficente).
Teniamo gli occhi aperti, perchè in futuro sicuramente ne vedremo delle belle, la faccenda sappiamo che non finisce qui, i soldi da “spendere” sono ancora molti, ed a molti fanno ancora gola.
Saluti.
madonna che spreco di denaro secondo voi quei soldi dalle tasche di chi sono usciti????? mah…….
@Laura: dalle loro sicuramente no :)
più che dalle tasche di chi sono usciti,vorrei sapere in quali tasche sono entrati, cara Laura